giacomo rindonone mariellla della porta

Diritto all’integrità

Mobbing, Rifondazione comunista presenta
una proposta di legge che, oltre al lavoratore, mette al centro la dignità
della persona

Diritto all’integrità

«Sanzionare chi provoca un danno psico-fisico ai lavoratori e alle lavoratrici»

In Italia produce diverse centinaia di migliaia di vittime, quasi sempre costrette a curarsi dallo stress. Ma nei casi piu’ gravi oltre alle cure psichiatriche sono necessarie anche quelle mediche nel tentativo di guarire da ulcera, ipertensione, malattie della pelle e persino tumori. L’imbarbarimento delle condizioni di lavoro è anche questo, il mobbing. In altri paesi come Finlandia, Svezia e Germania è un fenomeno studiato e “normato” da un adeguato apparato legislativo, che ha al centro la persona. In Italia, e in pochi altri paesi europei, no. Manca la legge e ogni volta che si arriva alla causa davanti al giudice ci si sente rispondere sempre la stessa cosa: impossibile dimostrare il nesso di causalità tra presunto atteggiamento persecutorio e insorgenza della malattia psichica. Sono pochi i casi che passano la “barriera del suono” delle leggi. Uno, noto per i suoi risvolti drammatici, è senz’altro quello della palazzina Laf all’Ilva di Taranto. Lì le condanne dei vertici furono possibili grazie anche alla determinazione dei lavoratori. Una legge in materia e’ ormai indispensabile anche in Italia visto che l’Unione Europea ha più volte sanzionato il nostro Paese per la mancanza di norme contro questo fenomeno. L’Ue ha dato come scadenza ultima per adeguarsi il mese di ottobre. Ma il confronto in Parlamento, dove giacciono circa una decina di proposte, è ancora indietro. Rifondazione comunista, ieri, ha presentato il suo disegno di legge. Si tratta di un testo assai snello e si compone di solo nove articoli. Tra i tratti salienti rilevante è il ricorso al giudizio immediato del Tribunale dei lavoro per i casi più eclatanti. Viene prevista inoltre la pubblicità delle condanne inflitte dal giudice e la nullità di tutte le direttive e gli ordini impartiti per ottenere l’effetto-mobbing. Il pregio del disegno di legge, la cui ottica, come precisa il senatore Gigi Malabarba, è quella dell’estensione dei diritti, è nell’articolo 2 che prevede puntigliosamente tutti i casi in cui un certo tipo di comportamento da parte dei “superiori” deve essere considerato un’azione di mobbing, un sopruso. «Il danno sull’integrità psicofisica – è scritto – provocato dai comportamenti e atti di cui al comma 1 è rilevato, ai fini della presente legge, ogni qualvolta comporti riduzione della capacità lavoratori per disturbi psicofisici di qualunque entità quali depressione, disturbi psicofisici di qualunque entità quali depressione, disturbi psicosomatici conseguenti a stress lavorativo come l’ipertensione, l’ulcera, l’artrite, disturbi allergici, disturbi della sfera sessuale sino ai tumori». Il risarcimento previsto è «anche una somma a titolo di indennizzo del danno biologico da determinarsi in via equitativa».

Mobbing è un concetto introdotto dallo psicologo svedese Heinz Leyman che ha utilizzato l’espressione inglese ‘to mob’ che vuol dire accerchiare, aggredire. Naturalmente il riferimento è rivolto ai soprusi che sui luoghi di lavoro i superiori, ma talvolta anche i colleghi di ”pari grado”, infliggono creando perfino situazioni di terrore psicologico quasi sempre finalizzato al ricatto o all’espulsione.

La proposta di legge del Prc è stata illustrata nel corso di un convegno organizzato presso la Sala del Cenacolo della Camera a cui hanno partecipato i senatori del Prc Tommaso Sodano, Luigi Malabarba (capogruppo) e Giorgio Malentacchi. Con loro anche Ugo Boghetta, del dipartimento Lavoro del Prc. Il confronto è stato soprattutto con le associazioni che operano nel settore e gli addetti ai lavori. Cosi’ sono intervenuti esponenti del Mima (associazione contro la violenza morale sul lavoro), rappresentanti di molti settori del mondo del lavoro, come bancari e lavoratori delle polizia, assicuratori e giornalisti; ed esperti, come Marisa Lieti, psichiatra, Giacomo Rindonone, psicologo, Maurizio Marasco, neuropsichiatra, Vito Totire, ispettore del Lavoro.

Nel corso del dibattito non sono mancate le critiche al sindacato reo di abbandonare i “mobbizzati” a se stessi e di aver compiuto scelte fortemente improntate all’aziendalismo. E’ proprio l’aziendalismo, infatti, il terreno che consente al mobbing di attecchire e di provocare altre vittime.

Fabio Sebastiani
Roma, 28 giugno 2002
da “Liberazione”
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